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Occuparci della nostra nascita per noi č impossibile, il prima ci č sconosciuto. Ma di certo, da vivi, possiamo riflettere sulla nostra morte, anche se il poi ci č ignoto. Edoardo Boncinelli racconta di avere avuto consapevolezza della morte a cinque anni, mentre a Bologna nell'immediato dopoguerra, ospite di un centro profughi allestito alla meglio in una caserma, parlava con la mamma di persone che non c'erano piů. Di colpo si rese conto che anche i nonni erano destinati ad andarsene, e pianse. Da allora la morte per lui č diventata un concetto acquisito, ma non angosciante. E proprio questo gli ha facilitato l'intensa meditazione che ci regala in questo libro. Da scienziato e pensatore profondamente libero e onesto qual č, Boncinelli ne indaga tutti gli aspetti e le possibili interpretazioni con una serenitŕ di animo e una acutezza di analisi che restituiscono a questo evento la sua naturalitŕ, privandolo delle sovrastrutture negative. Discute con argomentazioni lucide e stringenti le consolazioni della religione, dai miti delle origini al paradiso cristiano, alle credenze piů diffuse. Esamina con passione e generositŕ divulgativa le risorse della scienza, fino a metterci a parte delle ultime ricerche della genetica e della biologia. Infine affronta l'autentico mistero dell'universo, la coscienza, nostra assoluta unicitŕ, sintetizzando cosě il suo sentimento: «Verrŕ la morte e non chiuderň i miei occhi».