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Negli ultimi trent'anni le immagini in movimento non sono più riconducibili ad un supporto fisico né ad un solo dispositivo di riferimento, tramite le tecnologie digitali sono esposte a continue rielaborazioni, sconfinamenti e attraversamenti, con il rischio di scivolare in un tutto indistinto. Questa ricerca nasce dal desiderio di guardare alle mutazioni del linguaggio videografico: che cosa ne è stato del video dopo l'introduzione delle tecnologie digitali? In quali forme sopravvive? Guardando ad un campione di mostre, opere, teorie, in campo internazionale, il libro ricostruisce una genealogia delle recenti trasformazioni di cui le immagini in movimento, cinema compreso, sono state oggetto. “L'indagine sulle interferenze estetiche fra video e cinema e arte visiva costituisce un contributo originale nel territorio dei visual e media studies che hanno ignorato in generale la storia del video e dimostra che, attraverso le opere radunate e le analisi prodotte, il dispositivo elettronico è stato in grado, nella sua breve storia, di rinnovare il modo di rappresentare il mondo in immagine e di contribuire a risensibilizzare la nostra percezione del reale”. (dalla prefazione di Valentina Valentini)