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Questo diario di viaggio, pur non avendo la pretesa di dare un'immagine definitiva della Repubblica Popolare Democratica di Corea, ha il pregio di porre l'attenzione su una serie di dettagli a lungo trascurati. Tra questi, emergono il calore, la delicata curiosità verso gli stranieri, l'ospitalità e la fierezza del popolo coreano, le condizioni di vita semplici ma complessivamente dignitose, che stridono con la povertà che affligge invece vasti strati della società di tante nazioni considerate emergenti e con la descrizione del paese fatta dalla propaganda occidentale, così come l'armonia architettonica di Pyongyang, le strutture pubbliche funzionanti ed efficienti, la sensibilità ecologica del popolo. Davide Rossi ci ricorda l'importanza della complessità culturale del paesaggio geografico che non può essere a lungo mutilato e ridotto a una mera contrapposizione tra interessi geopolitici regionali. Il dialogo con chi è distante necessita piuttosto di attenzione a particolari e sfumature inusitati e di ascolto per le esigenze che uomini e donne lontani, ma simili a noi, cercano di comunicarci attraverso l'organizzazione di un altro modello sociale. Introduzione di Mario Scaini, postfazione di Flavio Pettinari.