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La mattina del 22 settembre 1922, alla periferia di Torino, la polizia arrestò cinque anarchici armati di bombe e pistole. Li accusarono di voler fare una rapina. In realtà, i libertari avevano intenzione di compiere un attentato contro il re Vittorio Emanuele III, il passaggio del quale era atteso in quella zona. Così almeno disse il prefetto della città. Se fosse andato a segno, quell'attentato avrebbe cambiato la storia e forse Mussolini non sarebbe andato al potere. Uno dei protagonisti era il veronese Giuseppe De Luisi, compagno di altre figure rilevanti dell'anarchismo individualista come Caterina Piolatto, Luigi Peotta, Sante Pollastro, Renzo Novatore. De Luisi, uomo coerente, mai piegato dal fascismo, fu liberato dai partigiani e prese parte agli ultimi mesi della Resistenza. La sua vita tumultuosa, come quella di altri anarchici che credettero fino all'estremo ai loro ideali, è narrata in questo libro.