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"Il vitello d’oro" getta luce sulle radici profonde dell’antisemitismo, fermando la sua attenzione sull’episodio biblico dell’adozione del vitello d’oro, utilizzato dalla Chiesa come matrice e come modello delle sue rappresentazioni antigiudaiche. Il processo, che ha inizio con Tertulliano e Origene, può dirsi compiuto già nel V secolo: da una parte la «carne», attributo peculiare del popolo ebraico, rivelato dal tradimento idolatrico; dall’altra lo «spirito», privilegio del popolo cristiano, fonte di legittimazione davanti a Dio e agli uomini. Nel corso dei secoli, malgrado appassionate denunce – come quella di Lutero – questa opposizione stereotipata persisterà ancora sino a Hegel, Feuerbach e Marx. A più di trent'anni dalla sua prima edizione questo libro fondamentale torna in libreria con una nuova prefazione a firma di Carlo Ginzburg.